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"Don Q Bari" scherma educativa e formativa
26 Maggio 2011 - Riproduzione Riservata  - Marco Iusco 
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Nella location della scuola media “Amedeo D’Aosta” nel quartiere Japigia di Bari, si è svolta la gara conclusiva organizzata dall’associazione dilettantistica di “Don Q SCHERMA”, presieduta dal presidente dott. Nicola Fusco, dal capo-istruttore dott. Fabio Armenise, il quale ha anche rilasciato un’intervista a 360° sulla sua esperienza nel mondo della scherma, coadiuvato  da altri due esperti e giovani  istruttori, Zambetta e De Mastro, dal maestro giocoliere Stefano Bitetti ed dal preparatore atletico Sergio Pansa.

L’associazione sportiva dilettantistica del club “Scherma Don Q” di Bari, sostenuta e voluta fortemente dal giovanissimo presidente Dott. Nicola Fusco ed anche maestro d’armi, ha iniziato a muovere i primi passi quasi un annetto fa per promuovere la disciplina schermistica in alcune delle scuole elementari e medie del capoluogo pugliese. Lo  staff del club “DON Q” annovera un personale con grandissima esperienza nel settore, voglioso di rapportarsi con i più piccoli ed inculcare la passione per uno sport d’elite ed aristocratico, nato in origine come un’arte marziale e diffusasi ufficialmente già nel 500’, più precisamente nel 1572 nel trattato “Dell’arte di scrimia”, inteso come l’arte dello schermare (difendersi, proteggersi). Ovviamente la scherma ha avuto un’evoluzione significativa sino ai giorni nostri, in cui è divenuto uno sport olimpico, praticato nelle tre specialità quali fioretto, spada e sciabola. Tali armi richiedono riflessi sempre attivi, istinto, agilità e soprattutto grandissima precisione, oltre ad un impegno mentale associato allo sforzo fisico.

La scherma, tuttavia, ha abbassato gli elevati costi rispetto a qualche anno fa, in cui per praticare la disciplina a livello agonistico c’erano tantissime spese da affrontare per le divise degli atleti, l’utilizzo delle armi (spada, fioretto, sciabola) ed anche per partecipare alle numerose trasferte per i campionati nazionali, interregionali e quant’altro. L’associazione sportiva barese grazie al suo presidente ed al personale molto qualificato, si è prodigata nella promozione della disciplina a costi davvero esigui presso alcune scuole baresi: l’Amedeo D'Aosta, la Carducci, Garibaldi, Principessa di Piemonte ed il “Margherita”; i corsi hanno avuto come target l’avviamento agonistico dei ragazzi. Si è, quindi, proceduto a svolgere attività fisica con un preparatore atletico e le lezioni di strategia e tecnica sono state eseguite da degli specialisti, programmate nell’arco dell’anno scolastico inserendo una gara finale. L’obiettivo, come è stato specificato dal maestro Fabio Armenise in apertura della gara davanti al pubblico formato da genitori ma anche di amici e qualche curioso, è stato quello di trasmettere una forma mentis e cercare di formare dei piccoli atleti. Per compiere questo processo di formazione, si sono avvalsi anche di un maestro di “giocoleria”, di metodi multidisciplinari volti ad evidenziare l’aspetto educativo dello sport per un avvenire sano e senza barriere di pregiudizi affinché questi piccoli ragazzi siano artefici di un presente e, soprattutto, di un futuro migliore. Quest’estate, infine, l’associazione sportiva dilettantistica di scherma ha previsto per i suoi atleti uno stage di Tai Chi Chuan (antica arte marziale che ha dato origine al kung fu)  che aumenta il controllo e la precisione dei movimenti e la gestione delle risorse psichiche insieme ad un altro stage di scherma tradizionale.

La gara come CRESCITA e non punto di ARRIVO

La gara è iniziata intorno alle ore 16 e si è conclusa per le 20.30, con premiazione ed un rinfresco organizzato dai genitori dei piccoli campioncini, e si è svolta presso l’Istituto di scuola media inferiore Amedeo d’Aosta sotto gli occhi vigili del dirigente scolastico, Marco Pesola. Gli organizzatori della gara (gli istruttori Fabio Armenise, Fabio Zambetta e Francesco De Mastro), hanno suddiviso i quindici partecipanti in tre gironi da cinque, ammettendo al tabellone ad eliminazione diretta i migliori otto, in base ad incontri vinti nel girone, alle stoccate inferte all’avversario e quelle incassate. La manifestazione si è conclusa con una vittoria di un ragazzino di nome Samir, il quale si è aggiudicato la prima vittoria nell’edizione edita dal club “Don Q Scherma Bari” ed è stato premiato dal presidente e dai suoi istruttori con la medaglia del primo posto, la toppa celebrativa della nascente società e la maglietta del club. Il vincente del torneo è stato successivamente acclamato dai suoi amici e dal suo stesso avversario che lo ha prima salutato con il fioretto e poi gli ha stretto la mano, come da prassi in questo sport. Sono stati premiati anche tutti gli altri gareggianti con medaglie ricordo e magliette dell’associazione. Qualche genitore, durante la gara  è apparso leggermente impressionato dalla foga con la quale venivano inferte le stoccate dai propri figli, ma la scherma ad onor del vero, è lo sport che annovera il minor numero di infortuni, oltre a prevedere delle divise ufficiali, dei corpetti detti “mezze corazzette”, maschere a norma F.I.S. (Federazione Italiana Scherma) che fanno di esso uno sport di combattimento del tutto diverso dalla pericolosità di tantissime altre discipline sportive. 

Prima delle finali c’è stata una dimostrazione di Scherma storica effettuata da due rappresentati della Compagnia d’Arme Stratos, di cui il presidente è l’istruttore Armenise.

LA VOCE DELL’ALLENATORE - Fabio Armenise: “Imparare dalla sconfitta per vincere”

Con tanta pazienza ci poniamo di insegnare ai ragazzi che da una sconfitta si può apprendere qualcosa di positivo. E’ un’impresa difficile perché i ragazzi non accettano la sconfitta, ma noi ci impegniamo giornalmente per raggiungere questo obiettivo fondamentale. Dalla sconfitta in una gara, gli atleti devono imparare e non solo capire i loro errori. Certe lezioni di vita vanno oltre il risultato sportivo”. Il giovane Fabio ha poi proseguito parlando della poca risonanza dei media attribuita alla scherma e delle maggiori difficoltà che una società va incontro rispetto ad altre, in sport più popolari: “I media non danno il giusto risalto alla scherma se non durante le Olimpiadi perché alla fine risulta più facile tirare due calci ad un pallone (con tutto il rispetto per gli sport che usano la palla). La scherma è diversa, ha bisogno di qualcosa in più, necessita di attrezzatura, di ulteriori sponsorizzazioni e soprattutto di maggiore promozione mediatica. Per una società nascente come la nostra non è assolutamente semplice, ma di sicuro è qualcosa di avvincente da realizzare che specifico non ci arricchisce in denaro, ma che moralmente ci regala soddisfazioni ineguagliabili specie dopo giornate come queste”.

Il capo-istruttore nonchè istruttore di scherma storica, ha poi proseguito emozionandosi quando ha citato il suo vecchio maestro scomparso, spiegando come è nata l’idea dell’associazione e svelando gli obiettivi raggiunti e quelli futuri: “La prima vittoria è essere riusciti a creare questa nuova realtà sportiva e portarla all’attenzione dei baresi. Inoltre, mi ritengo orgoglioso di aver tenuto fede ad una promessa fatta nel 2003, prima che se ne andasse il compianto maestro Pietro Mastropasqua (considerato un innovatore per i suoi metodi di insegnamento e che ha insegnato per tantissimi anni le tre specialità della scherma presso il glorioso Club Scherma Bari gestito dell’allora presidente Favia; Mastropasqua, da atleta, fu campione italiano di spada; da istruttore, invece, ha condotto alla vittoria di numerosi campionati nazionali i suoi atleti, alcuni dei quali hanno preso parte anche a manifestazioni internazionali), ultimo baluardo della scherma barese che ci ha insegnato dai segreti alle regole basilari, così che io insieme ad altri  suoi ex allievi, ci siamo ripromessi in punta di piedi di trasmettere ai ragazzi. Gli stessi ragazzi che oggi hanno tirato, ad inizio dell’anno non credevano minimamente neanche nel semplice assalto o di impugnare un fioretto, ed invece, hanno dimostrato di non scappare arrivando in fondo alla gara, chi mettendoci più rabbia agonistica, chi anche semplicemente divertendosi, ma tutti all’insegna di un sano ed educativo agonismo”.

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