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 BEFFA BARI A BRESCIA    Nel recupero Sodinha condanna il Bari alla sconfitta                   BUON NATALE    La redazione augura a tutti i lettori un felice Natale  
Giovane Bari è ora di crescere!
16 Dicembre 2012 - © Riproduzione Riservata  - Armando Manfredi 
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Bari grigio come il cielo sul "San Nicola" in un sabato indolente di fine autunno. Paragone facile e banale ma calzante per spiegare prestazione e atmosfera generale in casa dei biancorossi. Seconda sconfitta consecutiva, nove reti subite nelle ultime tre partite per i ragazzi di Torrente, equamente divisi in tre per gara. La zona play out a soli tre punti. Ricorre il numero 3, affatto sinonimo di perfezione del dicembre barese.

Suona il primo vero campanello d’allarme della stagione perché la mini crisi non riguarda solo i risultati ma anche, e soprattutto, il (non) gioco espresso da Caputo & co. In linea con la prestazione di La Spezia, contro un Novara ordinato e nulla più, il Bari si è appiattito su una prestazione monocorde, senza acuti, caratterizzata dalla mancanza di voglia e grinta. Ci ha provato Bellomo, ad un certo punto della ripresa, a scuotere i compagni. Senza successo. Il talento barese, in verità anch’egli non al massimo della forma,  è sembrato l’unico a ribellarsi al risultato negativo finendo ben presto a predicare nel deserto.

L’analisi dei problemi prenatalizi dei ragazzi di Torrente non può essere solamente affrontata come un semplice momentaccio del reparto difensivo. A non funzionare è la “fase” difensiva che parte dagli attaccanti e arriva, infine, a Lamanna. Ecco, Lamanna può essere preso a simbolo del repentino cambiamento di trend in casa barese. Decisivo ed in fiducia fino a poche settimane fa, dal match casalingo contro il Sassuolo in poi il portiere di Como ha palesato incertezze tecniche che sembravano essere state definitivamente messe alle spalle. Ma, come detto, i problemi partono da più lontano. Se gli attaccanti non pressano o, almeno, infastidiscono l’inizio delle azioni avversarie, se i centrocampisti non fanno il filtro necessario, è logico esporre il pacchetto arretrato a pericolosi uno contro uno il più delle volte letali a causa della mancanza di rapidità dei difensori baresi. Errori individuali, di certo, ce ne sono stati. Le ultime prestazioni hanno visto Ceppitelli, Claiton e Borghese sbagliare a ripetizione, facendosi beffare anche in situazioni di vantaggio e controllo contro avversari meno dotati dal punto di vista atletico. I laterali, specie sulla destra, non sono riusciti a dare la dovuta copertura, dimenticando il necessario aiuto sulla diagonale.

Il calo più evidente, però, riguarda il settore di centrocampo. Romizi, Bellomo e Sciaudone hanno tirato la carretta per tutto l’inizio di stagione, concedendosi poche pause, e adesso stanno logicamente pagando dal punto di vista fisico. Le poche alternative, vedasi il Filkor di ieri, non sembrano all’altezza. Una mediana, come quella barese, più portata al lavoro di costruzione ed inserimento che a quello di interdizione inevitabilmente va in sofferenza quando cala di condizione e trova a fronteggiare squadre con più fisico e corsa. Emerge, così, la mancanza di un interditore classico, un randellatore seriale, un tipo alla Gazzi ad esempio, in grado di stoppare le ripartenze avversarie sul nascere prima che si arrivi nei pressi dell’area di rigore biancorossa. Ma non serve avere in rosa un cagnaccio di centrocampo per imparare ad adoperare con costanza l’arma preziosa del fallo tattico. Serve solo più grinta e cattiveria, caratteristica che dalla mediana in su spesso sembra latitare tra i biancorossi, più portati al ricamo di fioretto che al gioco di sciabola.  E fra i giocatori con queste caratteristiche è da annoverare pure il rientrante De Falco, disponibile già da Cesena dopo lo stop forzato per squalifica, che rappresenta comunque un'affidabile alternativa in più, sotto il profilo numerico e quello della possibile incidenza sul risultato: le capacità balistiche del centrocampista ex Ancona potrebbero risultare di colpo risolutive, per una squadra che sembra poter vincere solo con il motore a pieni giri.

Ma una grande squadra non diventa tale se non è capace di vincere di riffa e di riffa, ogni tanto. Col golletto, se necessario, ma senza il belletto della grande occasioni. Ed è per questo che è arrivato il momento, per il giovane Bari, di crescere. Ai complimenti finora ricevuti per il gioco messo in mostra dovranno seguire gli applausi per l’atteggiamento caratteriale in campo. Le zone basse di classifica non perdonano atteggiamenti molli e il tecnico di Cetara dovrà chiedere ai suoi ragazzi una maturazione più rapida, evitando quei continui sbalzi di prestazione tipici dei gruppi più giovani. Anche il pubblico del “San Nicola”, ieri all’inizio abbastanza freddo e alla fine molto critico, deve capire la situazione delicata e sostenere una squadra che, in questi quattro mesi di campionato, è andata ben oltre le più cupe previsioni estive senza far ricadere sui giocatori l'insoddisfazione per la gestione societaria del “tira a campare”. E a proposito di gestione societaria, può darsi che le voci sui gioielli in uscita a gennaio, confermate a mezza bocca dai piani alti di Via Torrebella, possano essere state controproducenti nel rush finale prima della sosta invernale. La società deve tenere libera i giocatori da altri tipi di pensieri visto che le energie mentali spese in settimana possono pesare sul rendimento in campo. L’obiettivo prefissato del mantenimento senza affanni della categoria, quindi, potrà essere raggiunto solo facendo tutti quadrato attorno a questa squadra e lavorando duro sul campo senza farsi travolgere dall’isterismo critico distruttivo di un periodo di flessione che, al momento, può definirsi ancora fisiologico.

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Stadio San Nicola    (20/4/2024)

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3' CALABRESI

60' RIG. PUSCAS

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Prossimo impegno: 27/4/2024 -

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20

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Como

67

20

7

7

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37

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Venezia

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19

7

8

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39

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Catanzaro

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16

8

10

53

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Palermo

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Brescia

46

11

13

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35

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13

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48

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Pisa

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Cittadella

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